Il 21 aprile scorso, il Consiglio Comunale ha approvato alcune modifiche al regolamento edilizio e alle norme tecniche di attuazione del piano regolatore.
Con questi due provvedimenti, del tutto marginali e insignificanti rispetto alla problematica del piano regolatore, così come la stessa maggioranza l’aveva prospettata, cala mestamente il sipario sulla tormentata relazione tra il PRG e l'amministrazione Geronimo.
Lontani i tempi in cui il piano veniva definito “volano per lo sviluppo dell'economia del paese” e la sua approvazione glorificata come “autentica rivoluzione”, ben presto arrivarono i primi distinguo: "il PRG era inadatto, andava riformulato".
Si consumarono prima tradimenti più piccoli (la variante per localizzare la 167 in zona poi risultata alluvionale...) e poi i tradimenti più grossi, così grossi da non poter essere più nascosti la variante in zona agricola meglio nota con il nome di “grande occasione” (86 mila metri quadri in zona agricola, “variati” in zona edificabile, con il raddoppio dell’indice di fabbricabilità), proprio all’indomani dell’annuncio di Geronimo sulla necessità di “riformulare” il piano regolatore.
Con le due deliberazioni del Consiglio comunale del 21 aprile scorso, la riformulazione strutturale del PRG, quella che avrebbe dovuto riadattare il piano alle esigenze di Toritto, per favorire la ripresa del settore edilizio, è stata definitivamente abbandonata per lasciare il posto a revisioni di ordine tecnico-attuativo perché, si confessa nelle due delibere, la rivisitazione del piano presenta “notevoli complessità”; insomma, il piano regolatore diventa così anche ufficialmente carta straccia.
Il bello è che, mentre in sordina si è consumato uno dei fallimenti più grandi di questa amministrazione che si appresta, speriamo per sempre, ad uscire di scena, si tenta di mettere in atto sull'argomento l'ennesimo gioco di prestigio targato Geronimo e compagni.
Infatti, in occasione della presentazione della loro lista alle comunali, tatticamente camuffata come lista civica, è stato promosso un incontro dal titolo: “PRG: le prospettive di riforme nel nostro programma”.
Avete capito bene, gli stessi che hanno affossato il piano regolatore, gli stessi che in cinque anni non sono stati in grado né di realizzarlo, nè di riformularlo, discuteranno amabilmente di riforme al piano regolatore: è come se un serial killer fosse invitato a parlare di prevenzione della violenza.
Il decollo del piano regolatore è stato certamente uno degli argomenti su cui Geronimo e i suoi hanno ottenuto il consenso dei cittadini nel 2004 ma è stato parimenti una (non l'unica) delle cose peggio gestite.
Credo che ripercorrere sommariamente le tappe di questa storia di ordinaria disamministrazione possa essere di qualche utilità per chi si appresta a votare.
Correva l'anno 2000 e l'allora assessore all'urbanistica Geronimo, proponeva alla sua maggioranza in Consiglio di accogliere senza fiatare tutti i rilievi regionali al piano datato 1994, pur di giungere ad una rapida approvazione che arrivò nel 2002 e fu salutata da promesse di rapido decollo per l'economia di Toritto.
Nel 2004, da candidato Sindaco, Geronimo scrisse una frase rimasta negli annali: “Sul versante urbanistico è avvenuta la vera rivoluzione, l'approvazione del Piano regolatore generale che significa oltre 130 villette, più grandi spazi per il commercio e il terziario e quindi il rilancio dello sviluppo edilizio, del mercato abitativo e di tutta l'economia locale.” Nessun dubbio, almeno allora, il PRG, per Geronimo, era magnifico.
Passano quasi tre anni. A febbraio del 2007, Geronimo si accorge, dopo cinque anni dalla sua approvazione, che il PRG non è poi così magnifico come l’aveva egli stesso descritto...anzi! Non è adatto alle esigenze di Toritto e bisogna riformularlo. Con urgenza!
Urgenza, sì...ma non troppa. Passano dieci mesi e la giunta si limita ad approvare un atto di indirizzo che sancisce i tre dogmi su cui deve basarsi la “riformulazione” del piano regolatore: la variante non dovrà coinvolgere nuove aree né potrà stralciare aree già tipizzate, è fermo il rispetto dei diritti e dei doveri dei proprietari delle aree tipizzate, vanno salvaguardati i piani attuativi di iniziativa privata approvati.
Ma si sa, i dogmi sono fatti per essere infranti e nel momento stesso in cui la giunta li approva, lavora sottotraccia ad una mega variante (solo la più grossa, non l'unica) in zona agricola e a tutela ambientale. Si tratta della realizzazione del programma straordinario di edilizia residenziale per le forze dell'ordine così come previsto dall'articolo 18 della legge 152 del '91 e segnatamente della scheda 362/53 di cui è assegnataria la Grassetto costruzioni di Roma a cui non sembra vero che, dopo quindici anni di peregrinazioni su e giù per l'Italia, ci sia qualcuno disponibile ad “accollarsi” quella scheda.
Quella che viene contrabbandata da Geronimo come la grande occasione, viene approvata dal Consiglio comunale il 31 dicembre 2007 ed è il vero colpo mortale al piano regolatore.
La variante prevede che si aggiungano 86 mila metri quadri (reperiti in zona agricola, a tutela ambientale e con seri problemi legati all'assetto del territorio) alle aree edificabili previste dal PRG e su cui si potrà costruire con un indice volumetrico doppio rispetto a quello consentito nelle zone tipizzate “C” del piano regolatore.
Si promuove così la realizzazione di un vero e proprio quartiere ghetto che non porta vantaggi a nessuno. Non alla città che dovrà fornire i servizi con i costi che questo comporta, non agli acquirenti degli immobili, non alle imprese torittesi, non ai proprietari delle aree edificabili interne al PRG che continuano a pagare l'ICI su suoli le cui potenzialità di mercato vengono di fatto cancellate.
Vantaggi per nessuno tranne che per l'azienda costruttrice che acquista i suoli agricoli ad un prezzo enormemente inferiore rispetto a quello che avrebbe pagato acquistando aree interne al piano regolatore.
Passano più di due anni e della modifica strutturale al piano regolatore non si parla più. E’ troppo complessa, è stato scritto nelle due delibere consiliari del 21 aprile scorso.
Oggi siamo in campagna elettorale e con uno di quegli illusionismi che sono l’unica sua specialità, Geronimo cerca di riciclare una futura variante al PRG in quel libro dei sogni che è il suo programma, coltivando l'intima speranza che qualcuno abbocchi, che nel turbinio di annunci e promesse qualcuno si scordi della sua rivoluzione fallita dei cinque anni appena trascorsi, troppo simile al fallimento della sua intera amministrazione di cui speriamo di sbarazzarci al più presto.
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