venerdì 23 maggio 2008

La raccolta differenziata e le gaffes del Pd

La questione dello smaltimento dei rifiuti è tra le più annose che le società evolute si trovano ad affrontare, a qualunque latitudine. In Italia ci sono esempi di eccellenza come il termoutilizzatore di Brescia o di grande efficienza, proprio dove meno te lo aspetteresti, per esempio in Campania, a Mercato San Severino nel salernitano. Accanto a questi il caso di Napoli (per cui il Governo ha varato un piano, nel primo Consiglio dei ministri tenutosi proprio nel Capoluogo campano) o quelli meno noti della Puglia e del Lazio.
La ricetta per la corretta gestione dei rifiuti è molto semplice e molto complessa allo stesso tempo, si basa sulla combinazione tra raccolta differenziata (il provvedimento del Governo prevede misure per il suo accrescimento per ora relative alla sola Campania) e lo smaltimento attraverso i termoutilizzatori, piuttosto che mediante il conferimento in discariche. In alcune zone tutto questo è una realtà consolidata, in altre una lontanissima chimera.
Nel 2007 a Toritto il tasso di raccolta differenziata è stato del 5,77%. Solo 194,38 tonnellate, su 3.385 prodotte in totale, sono di rifiuti differenziati. Una percentuale tra le più basse, non solo della provincia di Bari, dove la media è del 9%, ma dell'Italia intera. I dati sono quelli della dichiarazione annuale resa dal Comune alla Provincia e riportati da Il Torittese che, da quando esiste, monitora con attenzione gli esiti di uno dei più grandi sprechi e delle cose peggio gestite dalle amministrazioni di centrosinistra.
L'impianto delle 10 isole ecologiche, un vero e proprio record rispetto ai comuni del circondario, un record ancora maggiore se si considera l'effettivo numero di cittadini che hanno fatto richiesta della tessera per farle funzionare, è costato alla casse comunali (al di là della quota del finanziamento comunitario pari a circa 1,2 milioni di euro) 170 mila euro, di cui 135 mila coperti con un mutuo contratto con la Cassa Depositi e Prestiti, a cui si aggiungono i costi sostenuti finora per la manutenzione che fanno lievitare i costi totali a circa 200 mila euro.
All'incirca 200 mila euro, in poco più di due anni dall'attivazione del servizio, per realizzare lo 0,77% in più di raccolta differenziata rispetto a quel 5% del 2004, anno precedente alla messa in funzione delle isole ecologiche, che il sindaco Geronimo e l'assessore all'ambiente Bartolomeo definivano desolante nella lettera che accompagnava le istruzioni per l'uso e la tessera magnetica, al momento della prima distribuzione ai cittadini. All'incirca 200 mila euro per un risultato pochissimo più che desolante.
A queste argomentazioni fornite dal Torittese, il Partito democratico ha pensato bene di rispondere con il solito attacco preconfezionato nei confronti del coordinatore di Forza Italia/PdL Gagliardi, tirando in ballo i risultati elettorali del suo schieramento, la sua patologica voglia di rappresentare Toritto, mettendo a corredo vecchie foto di sacchetti di immondizia risalenti agli anni in cui Gagliardi era sindaco (1985 – 1995), a riprova del fatto che, in quegli anni, della raccolta differenziata non c'era neanche l'ombra.
Ora, tralasciando che i cumuli di immondizia ci sono, forse più copiosi di allora, anche oggi (basta guardare qualche servizio di Ghetto torittese in merito, questo, questo oppure questo), tralasciando che, allora come oggi, l'inciviltà di taluni è indipendente dall'attività politica della giunta o del Sindaco, non si può in nessun modo contestare a Gagliardi la mancata attuazione della raccolta differenziata poiché le norme in materia sono contenute nel decreto legislativo 5 febbraio 1997, n.22, decreto Ronchi, che recepisce alcune direttive comunitarie in materia appunto di smaltimento dei rifiuti. Il decreto è del 1997, Gagliardi concluse il suo mandato nel 1995.
Il problema è che, proprio mentre si contesta a Gagliardi una mancata, non dovuta, raccolta differenziata risalente ad almeno 13 anni fa, si omette del tutto di chiarire quali siano le proprie responsabilità per il clamoroso, costosissimo fallimento della raccolta differenziata di oggi, si omette di rendere note, ma inizio a dubitare che esistano, le strategie per invertire una tendenza così disastrosa.
La verità è che le amministrazioni di centrosinistra sono state in grado di riuscire nel prodigio di abbinare al modello sbagliato delle isole ecologiche, una totale sciatteria nella sua gestione, di abbinare ad un costo elevatissimo un risultato molto simile a quello conseguito quando le isole ecologiche non c'erano. Della riduzione dei costi di smaltimento, degli incentivi e delle riduzioni tariffarie a cui si alludeva all'inizio, si è persa ogni traccia. Il conferimento dei rifiuti in discarica per il 2007 è costato 239 mila euro e la raccolta differenziata è affidata alla esclusiva buona volontà dei cittadini che, molto spesso, devono aggirarsi alla ricerca di un'isola ecologica che non sia fuori uso, senza nessuno stimolo, di nessun genere, all'infuori del proprio stoico senso civico.
In altre realtà, anche molto vicine a noi, dove il metodo usato è quello della raccolta porta a porta, dove il comportamento virtuoso della differenziazione domestica dei rifiuti è premiato e incentivato, dove le amministrazioni non sono come la nostra, la raccolta differenziata raggiunge livelli ben diversi.
Bari, ad esempio, si appresta ad estendere a tutta la città, dal prossimo anno, il metodo di raccolta porta a porta dei rifiuti differenziati, sperimentato nel quartiere Japigia. A Japigia il tasso di raccolta differenziata ha raggiunto la media del 44% con punte del 70%.Noi siamo fermi al 5,77%.
Dal momento che ormai le isole ecologiche ci sono e in abbondanza, dal momento che per esse si sono spesi 200 mila euro dei contribuenti torittesi, è troppo chiedere all'Assessore all'ambiente del Comune di Toritto come ritiene di dover intervenire in questa situazione senza che la risposta sia il solito, sterile e rancoroso sproloquio?

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