Se non avessimo le spalle larghe che abbiamo, saremmo già preda del più nero sconforto. Da tutte le parti ci ricordano che siamo un Paese in declino, tanto in declino che la possibile caduta del governo a novembre poteva dipendere da un rimaneggiamento del cast di Incantesimo. E' quanto emerge dalla lettura dei brogliacci delle intercettazioni resi noti da Repubblica e secondo i quali un senatore dell'Unione avrebbe fatto mancare la maggioranza sul voto sulla finanziaria, se Berlusconi, per il tramite del direttore di Raifiction Agostino Saccà, fosse riuscito ad inserire nel cast della soap opera una sua protetta.
L'inchiesta che vede l'ex presidente del Consiglio indagato dalla Procura di Napoli per corruzione di un alto dirigente Rai e istigazione alla corruzione di un senatore ha tutti gli elementi di una torbida storia di potere: il politico senza scrupoli, il senatore integerrimo, il dirigente compiacente, un po' di donnine che non guastano mai, un quotidiano pronto a fare, come detto da più parti, la sentinella della democrazia.
Dette le opportune frasi di prammatica, la magistratura chiarirà quanto ci sarà da chiarire, vige la presunzione di innocenza, ecc., credo non si possa fare a meno di notare alcune cose del tutto singolari: è singolare che a Berlusconi succeda spesso di essere indagato in corrispondenza di momenti politici particolarmente delicati, è singolare che 12 anni delle più svariate indagini che lo vedevano coinvolto siano finiti nella quasi totalità nel nulla, è singolare che il pm di Catanzaro Luigi De Magistis e il Gip di Milano Clementina Forleo, siano vicini al trasferimento per uso improprio delle intercettazioni riguardanti le indagini rispettivamente su Mastella e Prodi, e di Fassino, D'Alema e Latorre relative all'inchiesta sulla scalata a Bnl da parte di Unipol, mentre quando la procura di Napoli indaga su Berlusconi il Csm apra una pratica a tutela dei pm che usano intercettazioni nelle quali sono coivolti parlamentari, è singolare che i giornali si accorgano solo oggi che Berlusconi è ricco, che la politica, come a qualunque latitudine e a qualunque livello, si fa anche con accordi sottobanco, che nella Rai lottizzata esistono persino le raccomandazioni.
Al senatore Randazzo, incontrato a Palazzo Grazioli, non in un'oscuro sottoscala, Berlusconi aveva offerto un posto nel governo di centro-destra in caso di vittoria alle elezioni e la campagna elettorale pagata se avesse tolto l'appoggio a Prodi. Randazzo declina l'offerta e parla pubblicamente dell'accaduto, la stessa cosa fa per giorni anche Berlusconi vantandosi dei contatti con alcuni senatori del centro-sinistra che avrebbero portato alla spallata. La spallata non c'è. Quando mercoledì Repubblica rende noti i brogliacci delle intercettazioni, Randazzo conferma gli episodi ma dice che da parte del Cavaliere non ci fu nessuna offerta di denaro.
Verrebbe da chiedersi, se l'offerta di Berlusconi è corruzione come si deve considerare il ruolo di responsabile dell'informazione del PD dato a Follini, già vicepresidente del consiglio nel governo di centro-destra? Come si devono considerare le concessioni in finanziaria al senatore Fuda (svariati milioni di euro per l'illuminazione e la semaforizzazione di una strada di 7 km in Calabria) e al senatore Pallaro perché non si sfilassero dalla maggioranza? Come deve considerarsi la pratica consueta del pagamento delle campagne elettorali dei singoli da parte dei partiti? Come doveva considerarsi il sostegno al governo D'Alema di molti deputati e senatori eletti col centro-destra in cambio di un posto nel governo o a capo delle commissioni parlamentari? Questi sono casi di corruzione o pratiche e accordi, che piaccia o no, assolutamente fisiologici in politica?
Per quanto attiene poi alla presunta corruzione nei confronti del direttore Saccà basta ricordare un solo elemento: nessuna delle attrici segnalate da Berlusconi è stata successivamente assunta. Chi è abituato a pensar male potrebbe dire che la Rai è un ottimo terreno per fomentare, mediante la magistratura compiacente, la appena sopita “guerra civile” italiana tra Berlusconi e i suoi avversari toccando il nervo scoperto del conflitto di interessi. In più, come accaduto nel caso di Deborah Bergamini, (Repubblica...sempre Repubblica rese noti i brogliacci di intercettazioni dalle quali emergevano contatti avvenuti nel 2005 tra la Bergamini, capo marketing Rai, e i vertici di Mediaset in occasione della morte del Papa e delle elezioni regionali. A seguito della pubblicazione la Bergamini, alla quale non è contestato nessun reato, è stata sospesa dalla Rai) questo modo di procedere garantisce di poter intervenire su qualcuna di quelle nomine Rai bloccate dal Parlamento.
D'altronde chi si scandalizza per la raccomandazione non andata a buon fine di tre attrici, dovrebbe leggere con quali modalità avvenne la nomina del direttore del Tg1 Riotta e del direttore del personale della Rai Braccialarghe da parte di Prodi per il tramite di Angelo Rovati, per capire che i mali di Viale Mazzini sono cronici e profondissimi.
E' difficile non scorgere nella pubblicazione di quelle che sarebbero delle intercettazioni, un neanche tanto velato avvertimento a Veltroni, promotore del dialogo sulla legge elettorale. Repubblica con un'azione profondamente politica si schiera a fianco di chi vuole mantenere il clima di odio tra fazioni che caratterizza la politica italiana da molti anni. E mentre il senatore Cossiga parla di complotto ai danni di Berlusconi a me piace chiudere con le parole usate da Massimo Gramellini su La Stampa: “L’inchiesta farà il suo corso, ma non ci stupiremmo se alla fine tutto quel tramestio di telefonate, agguati e promesse andasse solo ad alimentare la vastissima letteratura nazionale del «cazzeggio». Un’arte in cui noi italiani siamo maestri.”
L'inchiesta che vede l'ex presidente del Consiglio indagato dalla Procura di Napoli per corruzione di un alto dirigente Rai e istigazione alla corruzione di un senatore ha tutti gli elementi di una torbida storia di potere: il politico senza scrupoli, il senatore integerrimo, il dirigente compiacente, un po' di donnine che non guastano mai, un quotidiano pronto a fare, come detto da più parti, la sentinella della democrazia.
Dette le opportune frasi di prammatica, la magistratura chiarirà quanto ci sarà da chiarire, vige la presunzione di innocenza, ecc., credo non si possa fare a meno di notare alcune cose del tutto singolari: è singolare che a Berlusconi succeda spesso di essere indagato in corrispondenza di momenti politici particolarmente delicati, è singolare che 12 anni delle più svariate indagini che lo vedevano coinvolto siano finiti nella quasi totalità nel nulla, è singolare che il pm di Catanzaro Luigi De Magistis e il Gip di Milano Clementina Forleo, siano vicini al trasferimento per uso improprio delle intercettazioni riguardanti le indagini rispettivamente su Mastella e Prodi, e di Fassino, D'Alema e Latorre relative all'inchiesta sulla scalata a Bnl da parte di Unipol, mentre quando la procura di Napoli indaga su Berlusconi il Csm apra una pratica a tutela dei pm che usano intercettazioni nelle quali sono coivolti parlamentari, è singolare che i giornali si accorgano solo oggi che Berlusconi è ricco, che la politica, come a qualunque latitudine e a qualunque livello, si fa anche con accordi sottobanco, che nella Rai lottizzata esistono persino le raccomandazioni.
Al senatore Randazzo, incontrato a Palazzo Grazioli, non in un'oscuro sottoscala, Berlusconi aveva offerto un posto nel governo di centro-destra in caso di vittoria alle elezioni e la campagna elettorale pagata se avesse tolto l'appoggio a Prodi. Randazzo declina l'offerta e parla pubblicamente dell'accaduto, la stessa cosa fa per giorni anche Berlusconi vantandosi dei contatti con alcuni senatori del centro-sinistra che avrebbero portato alla spallata. La spallata non c'è. Quando mercoledì Repubblica rende noti i brogliacci delle intercettazioni, Randazzo conferma gli episodi ma dice che da parte del Cavaliere non ci fu nessuna offerta di denaro.
Verrebbe da chiedersi, se l'offerta di Berlusconi è corruzione come si deve considerare il ruolo di responsabile dell'informazione del PD dato a Follini, già vicepresidente del consiglio nel governo di centro-destra? Come si devono considerare le concessioni in finanziaria al senatore Fuda (svariati milioni di euro per l'illuminazione e la semaforizzazione di una strada di 7 km in Calabria) e al senatore Pallaro perché non si sfilassero dalla maggioranza? Come deve considerarsi la pratica consueta del pagamento delle campagne elettorali dei singoli da parte dei partiti? Come doveva considerarsi il sostegno al governo D'Alema di molti deputati e senatori eletti col centro-destra in cambio di un posto nel governo o a capo delle commissioni parlamentari? Questi sono casi di corruzione o pratiche e accordi, che piaccia o no, assolutamente fisiologici in politica?
Per quanto attiene poi alla presunta corruzione nei confronti del direttore Saccà basta ricordare un solo elemento: nessuna delle attrici segnalate da Berlusconi è stata successivamente assunta. Chi è abituato a pensar male potrebbe dire che la Rai è un ottimo terreno per fomentare, mediante la magistratura compiacente, la appena sopita “guerra civile” italiana tra Berlusconi e i suoi avversari toccando il nervo scoperto del conflitto di interessi. In più, come accaduto nel caso di Deborah Bergamini, (Repubblica...sempre Repubblica rese noti i brogliacci di intercettazioni dalle quali emergevano contatti avvenuti nel 2005 tra la Bergamini, capo marketing Rai, e i vertici di Mediaset in occasione della morte del Papa e delle elezioni regionali. A seguito della pubblicazione la Bergamini, alla quale non è contestato nessun reato, è stata sospesa dalla Rai) questo modo di procedere garantisce di poter intervenire su qualcuna di quelle nomine Rai bloccate dal Parlamento.
D'altronde chi si scandalizza per la raccomandazione non andata a buon fine di tre attrici, dovrebbe leggere con quali modalità avvenne la nomina del direttore del Tg1 Riotta e del direttore del personale della Rai Braccialarghe da parte di Prodi per il tramite di Angelo Rovati, per capire che i mali di Viale Mazzini sono cronici e profondissimi.
E' difficile non scorgere nella pubblicazione di quelle che sarebbero delle intercettazioni, un neanche tanto velato avvertimento a Veltroni, promotore del dialogo sulla legge elettorale. Repubblica con un'azione profondamente politica si schiera a fianco di chi vuole mantenere il clima di odio tra fazioni che caratterizza la politica italiana da molti anni. E mentre il senatore Cossiga parla di complotto ai danni di Berlusconi a me piace chiudere con le parole usate da Massimo Gramellini su La Stampa: “L’inchiesta farà il suo corso, ma non ci stupiremmo se alla fine tutto quel tramestio di telefonate, agguati e promesse andasse solo ad alimentare la vastissima letteratura nazionale del «cazzeggio». Un’arte in cui noi italiani siamo maestri.”
2 commenti:
Ma poi finanche Cacciari e Caldarola hanno detto che le accuse sono solo sciocchezze...senza nessun rilievo penale...questa è la solita polpetta avvelenata per distrarre l'opinine pubblica da fatti seri e gravi..
http://www.camelotdestraideale.it/
E' vergognoso che siano sbattuti addirittura su Internet gli audio delle intercettazioni, delle quali la rilevanza penale è tutta da verificare. Ma dico che Paese siamo?
Berlusconi non è un santo? Probabile, ma non ci si venga a dire che prima di lui la Rai era una verginella immune dalle influenze dei partiti. Esiste un solo modo per sbarazzarsi di questo problema: privatizzarla, almeno in parte. Ammesso che qualcuno abbia il coraggio di intraprendere una simile operazione.
Ho da poco aperto un blog:
http://emanuel85.blogspot.com
mi farebbe piacere una tua visita
Ciao
Emanuel
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