sabato 13 giugno 2009

Serena analisi di un voto complesso

Il Popolo della Libertà tra la sconfitta al Comune e la piena affermazione alle europee e alle provinciali. Alleanza per Toritto alle prese con un voto dai molteplici significati e con la difficile formazione della giunta

L'aver fatto passare qualche giorno prima di commentare il voto del 6 e 7 giugno consente di affrontare la questione con quella lucidità che la naturale delusione per la sconfitta alle elezioni comunali aveva appannato.
I numeri usciti dalle urne disegnano un quadro fatto più di luci che di ombre. Le luci riguardano il voto europeo e quello provinciale. Nel primo il Popolo della Libertà si conferma a Toritto primo partito con oltre il 51% dei consensi, 7 punti in più rispetto alla media provinciale, 9 rispetto a quella regionale, 16 punti oltre il risultato conseguito a livello nazionale. Alla provincia il centrodestra fa registrare un'affermazione del 57%, il 6,5% in più rispetto al risultato che ha consentito a Francesco Schittulli di diventare presidente della Provincia di Bari al primo turno. C'è da registrare anche un importante voto di opinione di cui ha beneficiato in particolare il candidato del PdL alla provincia che, nonostante l'importante affermazione del candidato locale del Movimento per le autonomie Pino Quarto, unico eletto del collegio e candidato da indipendente nella lista del PdL al Comune, ha mantenuto una significativa fetta di consensi.
Dalle elezioni comunali la lista del Popolo della Libertà è uscita sconfitta. E' ovvio che il risultato ci delude poiché tutti noi abbiamo creduto fino all'ultimo che fosse possibile vincere, ma quella del PdL al Comune è stata una sconfitta non una debacle, non una resa. Il Popolo della Libertà mantiene il 45,2% dei consensi, 2.697 preferenze di cui 408 solo alla lista che, se non sono state sufficienti a vincere, sono la testimonianza che una grossa parte dei torittesi ha sposato il nostro progetto e le nostre ragioni.
Siamo nel campo dell'astrazione, ma se 250 voti dei 468 che hanno diviso la lista del PdL da quella di Alleanza per Toritto fossero stati nostri, oggi staremmo commentando un risultato diverso. Su quei 250 voti pesano una serie di fattori più o meno facili da identificare, dall'indubbio vantaggio che la gestione del potere e della clientela che ne deriva hanno portato a Geronimo, al ruolo giocato dai singoli candidati, ad una campagna elettorale tutta impostata, da parte della eterogenea lista facente capo a Geronimo, sulla feroce demonizzazione dell'avversario.
Dall'esito del voto delle comunali emergono altri importanti aspetti che non vanno sottovalutati. Innanzitutto la definitiva sanzione del fatto che il voto di destra o di centrodestra non è stato con Alleanza per Toritto, prova ne è che due dei quattro candidati consiglieri attribuiti alla sedicente destra non riescono neanche ad arrivare in Consiglio comunale. La loro esclusione ha peraltro avuto l'effetto di estromettere del tutto dall'assemblea i rappresentanti del mondo agricolo di cui la lista che ha vinto non interpreta in alcun modo gli interessi e le attese .
Vengono puniti due degli esponenti di peso dell'uscente giunta Geronimo. Gaetano Giorgio, vicesindaco e assessore allo sviluppo e alle attività produttive ancora in carica esce pesantemente ridimensionato dal voto, ha chiuso con 170 voti di preferenza, ottavo nella graduatoria degli eletti di Alleanza per Toritto. Peggio è andata a Giuseppe Visceglie, assessore ai lavori pubblici, all'urbanistica e all'edilizia privata che risulta non eletto. Cioe', proprio i responsabili politici della maggioranza uscente che vantava la creazione della zona artigianale, di Toritto 2 e della revisione del piano regolatore, tutti aspetti che hanno connotato fortemente la prima giunta Geronimo e che sono stati gli argomenti principali della campagna elettorale, escono vistosamente battuti dal voto. C'è da riflettere su questo risultato che capovolge e immmiserisce le ragioni del "successo" della lista Alleanza per Toritto.
Per quanto riguarda Giorgio poi, si riapre la questione morale. Candidato nonostante una condanna penale in primo grado e il processo di appello ancora non celebrato (l’udienza fissata per l’8 giugno è stata rinviata al 21 settembre prossimo) Giorgio è stato rieletto, anche se, come già rilevato, è stato fortemente ridimensionato. A costui Geronimo, alla faccia della sbandierata questione morale, attribuirà ancora responsabilità di governo nonostante abbia subito una condanna penale per reati urbanistici legati all'amministrazione pubblica?
In realtà quello della spartizione delle poltrone sarà il primo problema che Geronimo dovrà affrontare. Alleanza per Toritto è nata col peccato originale di essere una lista non a favore di un progetto ma contro una persona e, al contrario di quanto si sosteneva in campagna elettorale, al suo interno le bandiere e le sottobandiere contano eccome e conteranno ancora di più al momento della nomina degli assessori.
Il problema vero per Geronimo resta in ogni caso quello di mantenere le promesse fatte in campagna elettorale. Ma per parlare di questo ci sono cinque anni in cui si gioca la sua credibilità in cui nutrivamo e continuiamo a nutrire scarse speranze.
Concludo parlando del Popolo della Libertà. L'argomento che sembra appassionare più di tutti è la leadership del partito e sono in molti a chiedersi che cosa farà Pierino Gagliardi. Intanto sappiamo quello che Pierino Gagliardi ha fatto: ha guidato in prima persona la lista del Popolo della Libertà al Comune con coraggio e senza ricorrere a prestanomi, non si è risparmiato nel cercare di far comprendere quali fossero le ragioni per cui i Torittesi avrebbero dovuto scegliere il progetto del PdL e ha dovuto subire una demonizzazione senza precedenti. A lui e a tutta la lista del Popolo della Libertà va il nostro sincero ringraziamento.
Fa sorridere e riflettere l'ansia con cui la sinistra (e solo essa) chiede la testa di Gagliardi. Ed è strano che proprio coloro che dicono che l'unica ragione per cui il PdL abbia perso è la presenza di Gagliardi, siano così ansiosi di sbarazzarsi di lui.
La questione della leadership del Popolo della Libertà è un fatto che riguarda solo ed esclusivamente il Popolo della Libertà, il suo locale gruppo dirigente e Pierino Gagliardi innanzitutto. Così come le decisioni sulla leadership di un Partito democratico in caduta libera (alle europee ha ottenuto il 18,4%, circa dieci punti in meno rispetto alle politiche dello scorso anno e alle provinciali si è fermato ad un misero 12,3%) riguardano solo ed esclusivamente il Partito democratico.
Quello che è certo è che il Popolo della Libertà sarà in Consiglio comunale a fare opposizione. Rappresenterà orgogliosamente coloro che hanno creduto nelle sue donne, nei suoi uomini e nel suo progetto e che gli chiedono di andare avanti.

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