martedì 8 aprile 2008

Piccolo vademecum elettorale

GLI ELETTORI. Sono 47.295.978 (22.688.262 maschi, 24.607.716 femmine) i cittadini che, tra domenica e lunedì prossimi, sul territorio nazionale, saranno chiamati ad eleggere 618 deputati. Le liste per l'elezione dei 309 senatori vedono invece iscritti 43.257.208 cittadini (20.620.021 maschi, 22.637.187 femmine). Gli elettori della circoscrizione estero sono 2.812.400 per la Camera, 2.531.560 per il Senato ed eleggeranno rispettivamente 12 deputati e 6 senatori. Il voto di questi ultimi è già stato espresso per corrispondenza.
Negli stessi giorni si voterà anche per il rinnovo degli organi elettivi di 8 province (Asti, Varese, Massa Carrara, Roma, Benevento, Foggia, Catanzaro, Vibo Valentia), 426 comuni, di cui 9 capoluoghi di provincia (Brescia, Sondrio, Treviso, Vicenza, Massa, Pisa, Roma, Viterbo, Pescara), e 2 regioni, Friuli Venezia Giulia (per la cui Presidenza si fronteggiano Renzo Tondo per il centrodestra e Riccardo Illy per il centrosinistra) e Sicilia (con Anna Finocchiaro candidata presidente del centrosinistra e Raffaele Lombardo per il centrodestra).
LE CIRCOSCRIZIONI. La legge 270/2005, che regola il voto per il rinnovo del Parlamento, prevede una rappresentanza proporzionale su scala nazionale per la Camera dei deputati, mentre per il Senato, viene rispettato il principio, sancito dall'articolo 57 della Costituzione, della sua formazione su base regionale. Le circoscrizioni nazionali in cui si voterà sono 26, 13 corrispondenti al territorio di altrettante regioni, 10 ricavate, due per regione, nell'ambito di Piemonte, Veneto, Lazio, Campania, Sicilia e infine tre per la Lombardia. Ad ogni circoscrizione si attribuisce un numero di seggi in relazione alla popolazione. La Valle d'Aosta elegge un solo deputato con il sistema maggioritario uninominale. La circoscrizione Estero è a sua volta suddivisa in 4 ripartizioni continentali.
LE LISTE. Quasi tutti i partiti si presentano singolarmente, le coalizioni sono solo due: quella formata dal Partito democratico e dalla Lista Di Pietro – Italia dei Valori; e quella che vede il Popolo della Libertà con la Lega Nord, nelle regioni settentrionali, e con il Movimento per l'autonomia nel Centro Sud. Ogni lista o coalizione si presenta con un programma e con l'indicazione di un candidato alla Presidenza del Consiglio. I seggi vengono assegnati alle liste secondo l'ordine di presentazione dei candidati, non è prevista l'espressione di un voto di preferenza al contrario di quanto accade per l'elezione dei parlamentari della circoscrizione Estero.
AL SEGGIO. Le sezioni elettorali per il rinnovo del Parlamento sono 61.225. Per votare, ogni elettore dovrà esibire un documento di riconoscimento e la tessera elettorale il cui duplicato, in caso di smarrimento, può essere richiesto presso l'ufficio elettorale comunale anche nelle giornate di domenica e lunedì. Per assicurare e preservare la segretezza del voto, il Ministero dell'Interno ha previsto che gli elettori, prima di entrare in cabina, consegnino al Presidente di seggio telefoni cellulari con fotocamera o altre apparecchiature in grado di fotografare o registrare immagini. Per chi trasgredisce è previsto l'arresto da tre a sei mesi e un'ammenda da 300 a mille euro.
COME SI VOTA. Per l'elezione della Camera dei deputati la scheda è di colore rosa, per quella del Senato della Repubblica è di colore giallo. In entrambi i casi il voto si esprime tracciando con la matita copiativa un solo segno nel riquadro che contiene il simbolo della lista scelta, ogni altra indicazione invaliderà il voto. Anche nel caso di liste collegate in coalizione, il segno va sempre posto solo sul simbolo della lista che si vuole votare e mai a cavallo o su tutti quelli che compongono la coalizione, pena l'annullamento del voto. Proprio in queste ore il Ministero dell'Interno sta lanciando lo slogan, Un solo segno su un solo simbolo. Nel caso in cui il segno tracciato dall'elettore sconfini sul simbolo vicino vale il principio secondo il quale il voto è attribuito al simbolo su cui ricade la parte prevalente del segno.
I contrassegni delle liste compaiono sulle schede uno accanto all'altro in orizzontale, secondo l'ordine dettato dai sorteggi. Sono divisi da mezzo centimetro, se non fanno parte di nessuna coalizione, sono inglobati in un unico riquadro, in caso contrario. Questa disposizione ha sollevato le polemiche di alcuni esponenti politici da Di Pietro a Berlusconi, i quali sostengono che questa disposizione creerà difficoltà all'elettore. Il Viminale (superato lo scoglio del caso Dc che ha deciso di non presentare le proprie liste) ha risposto che non c'è nessun margine per la ristampa avendo, i cittadini temporaneamente all'estero, già votato mediante le schede “incriminate”.


LO SCRUTINIO. Il Ministero dell'Interno ha altresì disposto che le operazioni di scrutinio siano rigorose. La scheda va estratta dall'urna singolarmente, letta e registrata per poi passare a quella successiva con il consenso di tutti i presenti. E' vietata la cosiddetta pratica dei mucchietti. Lo scrutinio per l'elezione della Camera e del Senato inizierà lunedì 14, alla conclusione delle operazioni di voto, con lo spoglio delle schede per l'elezione del Senato. I dati sull'affluenza alle urne e i risultati elettorali saranno consultabili sul sito internet del Viminale.
LA RIPARTIZIONE DEI SEGGI. La legge prevede che i seggi della Camera dei deputati vengano attribuiti su base nazionale, calcolando tutti i voti totalizzati nelle 26 circoscrizioni. Si conteggiano i voti ottenuti dai partiti singoli che siano andati oltre il 4% e quelli ottenuti dalle coalizioni che abbiano superato il 10% (nell'ambito di queste ultime, partecipano alla ripartizione le liste che abbiano superato lo sbarramento del 2%, anche se è previsto il ripescaggio del partito più votato, al di sotto di questa soglia, all'interno della coalizione). Se, nella prima attribuzione dei seggi, nessuna lista o coalizione ha raggiunto il 55% dei 617 seggi in palio (618 meno quello attribuito con il maggioritario uninominale in Valle d'Aosta), si procede all'assegnazione del premio di maggioranza alla lista o coalizione che ha ricevuto più voti. Il premio ammonta a 340 seggi su 630. Se ad avere più voti è stata una coalizione, i seggi ottenuti vengono ripartiti tra le liste che la compongono. I restanti 277 seggi verranno suddivisi in proporzione tra le restanti liste. Una volta deciso il numero dei deputati che spettano a ciascuna lista ammessa al riparto a livello nazionale, si procede all'attribuzione circoscrizionale. Stabilito il numero dei deputati a cui ha diritto ogni lista in ogni circoscrizione, gli eletti vengono individuati facendo riferimento all'ordine in cui sono stati inseriti nella lista a cui fanno capo. Non rientrano nei calcoli del premio di maggioranza i voti degli italiani all'estero.
Per il Senato il premio di maggioranza è assegnato regione per regione. La lista o la coalizione di liste con più voti, ottiene il 55% dei seggi in palio nella regione stessa. Partecipano al riparto le liste singole che abbiano raggiunto l'8% e le coalizioni che abbiano superato il 20% (nell'ambito delle coalizioni lo sbarramento è del 3% senza ripescaggi). Né per la Camera, né per il Senato, è previsto il raggiungimento di alcuna soglia minima per avere diritto al premio di maggioranza.
RIMBORSI ELETTORALI. Ultima notazione sui cosiddetti rimborsi elettorali. La relazione della Corte dei Conti sull'argomento, depositata alcuni giorni fa alla Camera, certifica che, alle politiche 2006, i partiti hanno speso un quinto dei rimborsi statali incassati: 117,3 milioni contro 498,5 milioni. Il copione rischia con ogni probabilità di ripetersi dopo queste elezioni. Dalla fine del finanziamento pubblico, sancita con un referendum popolare nel 1993, la media annuale dei fondi statali destinati ai partiti è aumentata del 600%...


Per tutte le informazioni sul voto è possibile consultare il sito internet del Ministero dell'Interno.

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