Sono d'accordo con chi, da più parti, ha affermato che deve esserci davvero qualche grosso problema se non si riesce a trovare una posizione unitaria neanche sulla condanna di atti criminali. L'evanescente ordine del giorno approvato lunedì scorso dal Consiglio comunale in seduta straordinaria è il frutto di uno strenuo e non riuscito tentativo, in corso da giorni, da parte del Pd, di trovare un modo per non condannare direttamente l'attentato a Gagliardi e alla sua famiglia, se non affiancandolo ad altri episodi e diluendolo nell'indistinto della lotta alla criminalità. Un tentativo che, non fosse altro, non fa onore a chi, per anni impegnato a fare vanto della propria superiorità morale, ha sprecato un'ottima occasione per dimostrarla.
E' appena il caso, ancora una volta, di rilevare che è doveroso, per ogni persona civile e per bene, essere contro la criminalità e adoperarsi, per quello che può, per contrastarla, come è doveroso per le Istituzioni denunciarne la recrudescenza e combatterla, magari andando oltre le scontate parole di circostanza che, come sempre in questi casi, abbondano. Ho tuttavia l'impressione, leggendo quanto è stato detto e scritto in questi giorni, ahimè anche da parte delle Istituzioni, che si ripeta così tante volte l'espressione lotta alla criminalità da renderla vuota di qualsiasi significato. Si preferisce dirottare la discussione sui massimi sistemi piuttosto che sporcarsi le mani con il problema, tutto politico, che l'attentato a Gagliardi ha sollevato. In tutto ciò che ho sentito o letto non c'è mai una seria riflessione sulla vera, unica ragione per cui uno o più delinquenti decidono di esplodere un colpo di pistola contro la porta di ingresso della casa di un uomo, accettando il rischio di ferire o peggio chi si trovava all'interno. Quella vera, unica ragione è la tenace attività politica che quell'uomo svolge da anni, da anni all'opposizione, senza quindi poteri decisionali, e che occupa tutto il suo tempo. Negli interventi che si sono succeduti su questo blog e altrove viene rigettata con sdegno la possibilità che quel clima di patologica divisione, di netta contrapposizione che la vita politica nel nostro paese vive da anni, abbia potuto rappresentare il “brodo di coltura” di un gesto simile. Io non ne sarei così sicuro, e chiederei a coloro che preferiscono parlare in astratto di lotta alla criminalità se si sentono con ogni sicurezza di escludere che la delegittimazione degli avversari, la violenza verbale, l'insofferenza nei confronti del ruolo dell'opposizione siano pratiche dalle conseguenze del tutto imprevedibili. Se si sentono di escludere che un malvivente che, per qualche ragione, aveva motivi di risentimento nei confronti di Gagliardi non sia stato fomentato da quanto in giro si dice di lui e non abbia deciso di dargli una lezione.
Questo non significa attribuire alla parte avversa la responsabilità morale dell'atto, come dice Leonardo Visceglie nel suo intervento, questo è farsi delle domande con quel minimo di pragmatismo che spesso latita, porre l'attenzione su quali guasti irrimediabili possa provocare lo scontro che non si basa su regole non scritte di civiltà. Sono d'accordo con Leonardo quando dice che la nostra prima responsabilità, di cittadini prima che di giovani, sia quella di combattere questo modo di fare politica purché non si parta dall'implicito presupposto che debbano essere sempre e solo gli altri a porre rimedio ai propri comportamenti. La nostra prima responsabilità è quella di fare seguire, su questo terreno, alle parole i fatti (uno di questi poteva essere una condanna chiara dell'attentato ai danni di Gagliardi) ma è francamente scoraggiante leggere sul forum del sito di quello stesso Partito democratico che vuole avviare una nuova stagione politica cittadina, che, se da un lato la tanto propagandata lotta alla criminalità consiste nella proposta di aprire un tavolo antimafia permanente (l'ennesimo organismo consultivo che ridurrebbe a vacuo chiacchiericcio argomenti di drammatica serietà), dall'altro si prosegue sterilmente, come se nulla fosse successo, nell'attacco dell'avversario accusandolo di aver praticato il voto di scambio nelle elezioni amministrative del 2004...
E' appena il caso, ancora una volta, di rilevare che è doveroso, per ogni persona civile e per bene, essere contro la criminalità e adoperarsi, per quello che può, per contrastarla, come è doveroso per le Istituzioni denunciarne la recrudescenza e combatterla, magari andando oltre le scontate parole di circostanza che, come sempre in questi casi, abbondano. Ho tuttavia l'impressione, leggendo quanto è stato detto e scritto in questi giorni, ahimè anche da parte delle Istituzioni, che si ripeta così tante volte l'espressione lotta alla criminalità da renderla vuota di qualsiasi significato. Si preferisce dirottare la discussione sui massimi sistemi piuttosto che sporcarsi le mani con il problema, tutto politico, che l'attentato a Gagliardi ha sollevato. In tutto ciò che ho sentito o letto non c'è mai una seria riflessione sulla vera, unica ragione per cui uno o più delinquenti decidono di esplodere un colpo di pistola contro la porta di ingresso della casa di un uomo, accettando il rischio di ferire o peggio chi si trovava all'interno. Quella vera, unica ragione è la tenace attività politica che quell'uomo svolge da anni, da anni all'opposizione, senza quindi poteri decisionali, e che occupa tutto il suo tempo. Negli interventi che si sono succeduti su questo blog e altrove viene rigettata con sdegno la possibilità che quel clima di patologica divisione, di netta contrapposizione che la vita politica nel nostro paese vive da anni, abbia potuto rappresentare il “brodo di coltura” di un gesto simile. Io non ne sarei così sicuro, e chiederei a coloro che preferiscono parlare in astratto di lotta alla criminalità se si sentono con ogni sicurezza di escludere che la delegittimazione degli avversari, la violenza verbale, l'insofferenza nei confronti del ruolo dell'opposizione siano pratiche dalle conseguenze del tutto imprevedibili. Se si sentono di escludere che un malvivente che, per qualche ragione, aveva motivi di risentimento nei confronti di Gagliardi non sia stato fomentato da quanto in giro si dice di lui e non abbia deciso di dargli una lezione.
Questo non significa attribuire alla parte avversa la responsabilità morale dell'atto, come dice Leonardo Visceglie nel suo intervento, questo è farsi delle domande con quel minimo di pragmatismo che spesso latita, porre l'attenzione su quali guasti irrimediabili possa provocare lo scontro che non si basa su regole non scritte di civiltà. Sono d'accordo con Leonardo quando dice che la nostra prima responsabilità, di cittadini prima che di giovani, sia quella di combattere questo modo di fare politica purché non si parta dall'implicito presupposto che debbano essere sempre e solo gli altri a porre rimedio ai propri comportamenti. La nostra prima responsabilità è quella di fare seguire, su questo terreno, alle parole i fatti (uno di questi poteva essere una condanna chiara dell'attentato ai danni di Gagliardi) ma è francamente scoraggiante leggere sul forum del sito di quello stesso Partito democratico che vuole avviare una nuova stagione politica cittadina, che, se da un lato la tanto propagandata lotta alla criminalità consiste nella proposta di aprire un tavolo antimafia permanente (l'ennesimo organismo consultivo che ridurrebbe a vacuo chiacchiericcio argomenti di drammatica serietà), dall'altro si prosegue sterilmente, come se nulla fosse successo, nell'attacco dell'avversario accusandolo di aver praticato il voto di scambio nelle elezioni amministrative del 2004...
5 commenti:
Voto di scambio? nel 2004, nei giorni precedenti le elezioni, il già allora assessore Mongelli se ne andava insieme alla ditta che doveva gettare un po' d'asfalto sulle strade e disponeva dove metterlo e dove no. E questo non è voto di scambio? l'asfalto distribuito agli elettori a spese del comune. Mongelli è un bue che dice cornuto all'asino.
Vedrem cosa 'l farè il Mong alle nuev elezion.
Arlechen.
buona pasqua... ai scambisti, alle vittime, alla maggioranza, all'opposizione, ai bloghisti, ai commentatori, agli anonimi, ai torittesi tutti...
notte del venerdì santo, continua a TORITTO il far west.. si narra di un auto contro altre parcheggiate finita poi su un abitazione in via G.A. PUGLIESE... e poi di alcuni .. e altri colpi di pistola... ..
SINO A QUANDO A GOVERNARE QUESTO PAESE CI SARANNO FIGURI CHE NON HANNO IL CORAGGIO DI CONDANNARE I VERI CRIMINALI TORITTO SAR' UN FAR WEST CONTINUO. VADANO A CASA QUESTI FANNULONI.
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