Il 4 novembre di quest'anno gli Stati Uniti saranno chiamati a scegliere il loro 44° presidente. La lunga corsa verso le elezioni è partita ufficialmente con le primarie in Iowa, in New Hampshire e nel Wyoming (qui si è votato per il solo GOP). Si voterà fino a giugno per scegliere i due candidati espressione rispettivamente del Partito democratico e del Partito repubblicano. Il sistema di voto è particolarmente complesso e prevede da un lato i caucus, assemblee di partito convocate a livello di distretto per eleggere i delegati alle convention della contea che a loro volta saranno chiamati a scegliere i delegati dello stato, e dall'altra le primarie vere e proprie in cui i cittadini si esprimono sui candidati dei loro rispettivi partiti. Le primarie possono essere chiuse, se a votare sono solo coloro che risultano iscritti nelle liste del partito, aperte, se è consentito a chiunque di esprimere la propria preferenza indipendentemente dalla militanza politica, oppure semiaperte, se consentono a chiunque di votare previa iscrizione nelle liste elettorali di uno dei due partiti. Dopo le consultazioni si svolgeranno le convention, quella democratica a Denver nel Colorado dal 25 al 28 agosto, quella repubblicana a Minneapolis nel Minnesota dal 1° al 4 settembre. In quella sede i candidati usciti vincitori dalle primarie saranno ufficialmente investiti della nomination.
Le primarie già celebrate non hanno fatto mancare sorprese e hanno lasciato sul terreno le prime vittime di una corsa che si preannuncia avvincente. All'interno del Partito democratico lo scontro sembra sin da subito polarizzarsi attorno ai senatori Clinton e Obama, in campo repubblicano la partita è decisamente più aperta. E mentre girano voci sulla possibile candidatura di personaggi come il premio Nobel Al Gore e il reverendo Sharpton tra i democratici e dell'ex governatore dello Stato di New York George Pataki tra i repubblicani, prende quota la possibile discesa in campo di Mike Bloomberg, sindaco di New York, che correrebbe da indipendente e farebbe del superamento del dualismo democratici-repubblicani il fulcro della sua campagna.
In questo post e nel successivo, una piccola e incompleta guida per conoscere tutti i candidati alle primarie per le presidenziali 2008. Si parte dai democratici.
Le primarie già celebrate non hanno fatto mancare sorprese e hanno lasciato sul terreno le prime vittime di una corsa che si preannuncia avvincente. All'interno del Partito democratico lo scontro sembra sin da subito polarizzarsi attorno ai senatori Clinton e Obama, in campo repubblicano la partita è decisamente più aperta. E mentre girano voci sulla possibile candidatura di personaggi come il premio Nobel Al Gore e il reverendo Sharpton tra i democratici e dell'ex governatore dello Stato di New York George Pataki tra i repubblicani, prende quota la possibile discesa in campo di Mike Bloomberg, sindaco di New York, che correrebbe da indipendente e farebbe del superamento del dualismo democratici-repubblicani il fulcro della sua campagna.
In questo post e nel successivo, una piccola e incompleta guida per conoscere tutti i candidati alle primarie per le presidenziali 2008. Si parte dai democratici.
Ha 65 anni, è cattolico, avvocato e attualmente senatore del Delaware. Nel 1988 fu candidato alle primarie democratiche dichiarando di ispirarsi al modello laburista di Neil Kinnock. Nel 2004, dopo qualche ripensamento, rinunciò a correre alle primarie e ad essere il vice del candidato democratico alla presidenza John Kerry. Il 4 gennaio, dopo le consultazioni in Iowa, che gli hanno riservato un impietoso 0,93%, si è ritirato dalla competizione per le presidenziali 2008.
HILLARY RODHAM CLINTON
Ha 60 anni, è metodista, avvocato e senatore dello Stato di New York. E' stata first lady dal 1993 al 2001, è entrata in politica nel 2000. Appartiene all'area liberal moderata dei Partito democratico ed ha impostato la sua campagna elettorale su tre temi fondamentali, le pari opportunità, la revisione della strategia della guerra in Iraq e la riforma del sistema sanitario. E' decisamente la candidata da battere e, a detta di molti, la più preparata del gruppo democratico. Nonostante questo, il risultato delle consultazioni in Iowa è stato così ingeneroso con lei (è arrivata terza dietro Obama e Edwards appena sotto il 30%) da alimentare le voci sul suo ritiro. Ma è bastata una correzione nella strategia, una maggiore “umanizzazione” della sua immagine e un attacco frontale del marito Bill ai media accusati di tirare la volata ad Obama, per portare Hillary alla vittoria nelle primarie del New Hampshire nelle quali ha conquistato il 39% dei consensi staccando di 2 punti Obama dato per trionfatore nei sondaggi della vigilia. Dopo aver conquistato l'elettorato femminile Hillary punta adesso ai giovani, serbatoio di voti del senatore dell'Illinois.
Ha 63 anni, è cattolico, avvocato e senatore del Connecticut. Appartiene alla sinistra moderata ed è stato segretario del Partito democratico dal 1995 al 1997. E' contrario a qualsiasi politica di ingerenza negli affari dei Paesi dell'America Latina e ha contrastato le scelte dell'amministrazione Bush volte ad indebolire Ortega e Chavez. Si è ritirato dalla corsa per le presidenziali dopo le primarie in Iowa nelle quali ha ottenuto lo 0,02% dei voti.
Ha 54 anni, è metodista, avvocato e direttore del Centro per la povertà, il lavoro e le opportunità. E' stato senatore del North Carolina fino al 2004 anno nel quale, dopo essere giunto secondo nelle primarie democratiche, è candidato alla vicepresidenza con John Kerry. Di tendenze centriste, è molto aperto riguardo ai diritti della comunità omosessuale, è favorevole all'aborto, alla pena di morte e votò a favore dell'intervento statunitense in Iraq salvo accusare l'amministrazione Bush di non aver gestito al meglio il conflitto. Edwards in questa campagna elettorale si pone come il difensore delle classi medie e dei lavoratori, prosegue la sua lotta contro le due Americhe, quella dei ricchi e quella dei poveri, vorrebbe combattere radicalmente lo strapotere delle multinazionali statunitensi. Ha ottenuto l'appoggio di molti sindacati e finanzia la sua campagna con i soli fondi pubblici. Nelle primarie in Iowa si è piazzato al secondo posto con il 29,7%, in New Hampshire è giunto terzo con il 17% dei voti. Le concrete possibilità che possa essere il candidato democratico alla presidenza diventano sempre più flebili.
Ha 77 anni, è cristiano unitariano, è stato senatore dell'Alaska. Democratico da sempre e politico di professione, si oppose alla guerra in Vietnam e divenne paladino dei pacifisti. Per la sua campagna elettorale è riuscito a raccogliere 306 mila euro. Lui sostiene di non aver nulla da invidiare agli altri candidati democratici eccetto i soldi e giura di voler continuare la sua corsa fino alla nomination ufficiale. La stampa lo ha soprannominato mister zero per cento.
Ha 61 anni, è cattolico, politico di professione e membro della Camera dei rappresentanti eletto in Ohio. Di origine croata è stato candidato alle primarie del 2004, è ambientalista e si è espresso contro la guerra in Iraq e per il ritiro delle truppe. E' favorevole al riconoscimento delle unioni civili e alla legalizzazione delle droghe leggere, non vede pericoli nell'espansione dell'atomica iraniana. Tra i suoi più fervidi sostenitori Brian Griffin, il cane della serie televisiva a cartoni animati Family Guy. Le sue percentuali di consenso sono irrisorie.
Ha 46 anni, è cristiano, avvocato e senatore dell'Illinois. Primo candidato afroamericano alla presidenza, Obama è l'uomo della sinistra, socialdemocratico e pacifista è stato uno dei pochi parlamentari ad opporsi da subito all'intervento statunitense in Iraq. Al momento sembra l'unico in grado di battere la Clinton e ha già dimostrato di poterla mettere in seria difficoltà grazie ad un costante recupero di consensi. Nonostante molti lo considerino meno preparato della sua diretta concorrente, Obama può contare su uno straordinario appeal. La rivista Time gli ha dedicato più di una copertina soprannominandolo fresh face, faccia pulita, e la più popolare conduttrice americana , Oprah Winfrey, gli ha garantito il proprio endorsement. I suoi avversari usano contro di lui l'appartenenza di suo padre alla religione musulmana e il fatto che egli stesso abbia frequentato una madrassa islamica durante l'infanzia. Il voto giovanile gli ha dato una grossa spinta sia per la vittoria delle primarie in Iowa, nelle quali ha raggiunto il 38% dei voti, sia per il risultato del New Hampshire che lo ha visto piazzarsi secondo con il 37% a due punti dalla Clinton. Obama può farcela ma Hillary certamente non rimarrà a guardare.
Ha 60 anni, è cattolico, politico e diplomatico e governatore in carica del New Mexico. Ha avuto una lunga esperienza nel Congresso, è stato ambasciatore statunitense presso le Nazioni Unite e segretario per l'energia nel governo guidato da Bill Clinton. Proprio sui temi dell'economia e dell'energia ha incentrato la propria campagna elettorale. Richardson, unico candidato ispanico, ha deciso di ritirarsi dalla competizione dopo il deludente 4,6% raggiunto in New Hampshire. In Iowa si era fermato al 2% circa.
3 commenti:
Vorrei segnalare il fatto che John Edwards non è metodista ma cattolico,inoltre non è favorevole alle unioni civili gay.
Grazie Gianni per la tua segnalazione. Oltre a LA STAMPA (http://www.lastampa.it/dossier/elezioniusa08/) e a REPUBBLICA (http://www.repubblica.it/speciale/2008/primarie_usa/bio_edwards.html) anche l'election center del sito della CNN (http://edition.cnn.com/ELECTION/2008/candidates/john.edwards.html) indica Edwards come metodista. Per quanto riguarda le unioni omossessuali sono stato effettivamentte superficiale limitandomi a dire "è molto aperto riguardo ai diritti della comunità omosessuale". Infatti Edwards supporta i diritti della comunità GLBT ma è contrario ai matrimoni tra persone dello stesso sesso come però anche all'abolizione dei matrimoni gay dove essi sono legali. Al contrario di quanto dici supporta invece le unioni civili e la concessione di diritti alle coppie di fatto anche dello stesso sesso. Grazie ancora per il tuo inervento.
completo come articolo,
http://brigantilibertari.blogspot.com/
Posta un commento