sabato 19 gennaio 2008

Il vento dell'intolleranza

Quando concludevo il mio ultimo post parlando di furore ideologico imperante pensavo proprio alla vicenda del Papa costretto a rinunciare alla visita alla Sapienza da un manipolo di fondamentalisti. Forse però il furore ideologico di costoro non è imperante poiché proviene da una sparuta minoranza, ma di certo una minoranza chiassosa e determinata e si sa contro la forza ragion non vale.
Il clamore suscitato dal caso si va lentamente spegnendo, il cardinale Ruini ha dato appuntamento per domani in Piazza San Pietro a tutti coloro che vogliono manifestare solidarietà al Pontefice. Ruini dice che la sua iniziativa non è una ritorsione ma solo un gesto d'affetto. All'Angelus perciò domani non ci saranno solo i cattolici devoti ma anche i liberali autentici, i laici che fanno del libero confronto delle idee senza pregiudizi e senza censure il proprio valore fondante. In piazza ci sarà anche uno come Fabrizio Cicchitto, non credente, favorevole alla legge 194 e contrario al divieto di diagnosi pre-impianto ma fautore della filosofia del dialogo in spregio alla quale si sono verificati i fatti della Sapienza.
Sono convinto che negli ultimi anni la qualità del confronto tra laici e cattolici sia migliorata, la seria riflessione sui temi etici che da più parti viene condotta ha portato a discutere i più, al di là delle barricate e a trovare, a volte, punti di incontro. La costruzione di grandi partiti post-ideologici, Forza Italia prima, il Partito democratico poi, che accolgono nelle loro fila laici e cattolici, è la dimostrazione che questa distinzione non è più dirimente o non lo è almeno in maniera determinante. Nonostante questo, la innegabile debolezza della politica, che in molti casi non riesce ad indicare vie del tutto autonome rispetto alle posizioni della Chiesa, (vedi il caso della legge 40/2004 sulla procreazione medicalmente assistita) o che non riesce a legiferare su temi come le unioni civili o il testamento biologico, a fronte di una immutata o, su alcuni argomenti, (si pensi ai progressi della genetica, a quelli delle tecniche mediche per mantenere in vita artificialmente una persona, alla maggiore accettazione sociale dell'omosessualità) accresciuta e legittima volontà di intervento da parte della Chiesa, ha portato all'emersione di frange laiciste del tutto minoritarie. Esse, sbagliando completamente obiettivo, si scagliano contro quella che definiscono ingerenza della Chiesa cattolica nei temi della politica, quando dovrebbero invece solo intimare alla politica stessa di tornare a fare il proprio mestiere così come accadeva quando, pur sempre essendoci il Vaticano, la politica riusciva a legiferare sulla riforma del diritto di famiglia, sul divorzio e sull'aborto.
Se a questo si aggiunge il maggiore appeal mediatico che queste frange hanno, è chiaro che ci si trova davanti ad un'evidente “illusione ottica”: il dialogo prevalente scompare mentre il laicismo oltranzista, minoritario ma rumoroso prende per sé tutta la scena.
Quanto accaduto alla Sapienza è frutto di quel clima e di questa illusione ottica.
Se è vero che tutta la vicenda è nata da un errore formale del Rettore e del Senato accademico dell'Università che hanno invitato una personalità esterna ad inaugurare l'anno accademico (la prolusione all'anno accademico, soprattutto nelle grandi Università è sempre di un docente interno), è vero anche che l'errore madornale è stato compiuto dai 67 docenti che nella lettera al Rettore Guarini hanno definito l'invito a Benedetto XVI una sconcertante iniziativa e che, usando superficialmente e strumentalmente quanto l'allora cardinale Ratzinger, citando una provocazione del filosofo laico Feyerabend, diceva il 15 marzo 1990 a proposito del processo a Galileo (All'epoca di Galileo la Chiesa rimase molto più fedele alla ragione dello stesso Galileo. Il processo contro Galileo fu ragionevole e giusto), si auspicavano che l'incongruo evento potesse ancora essere annullato. L'errore madornale è stato compiuto dagli studenti della Rete per l'autoformazione (leggi Disobbedienti) che di fatto hanno impedito che il Papa visitasse l'Università. L'errore è tanto più grave se si considera che Benedetto XVI è anche un Capo di Stato, un accademico e uno dei maggiori intellettuali contemporanei dal cui pensiero si può dissentire ma che non può essere ottusamente e pregiudizialmente rigettato, a fortiori all'interno dell'Università. L'errore è tanto più grave se si considera che mentre al Papa viene impedito di parlare, da qualche anno le Università italiane fanno salire in cattedra ospiti di qualunque provenienza.
La vicenda della mancata visita del Papa alla Sapienza non è solo l'emblema di una laicità distorta e intollerante ma anche del rifiuto di una identità che prima che religiosa è culturale. Antonio Mambrino su L'Occidentale notava come non ci si può limitare ad invocare genericamente il diritto di parola per il Papa come per chiunque altro, il Papa ha più degli altri diritto di parlare poiché egli rappresenta quella tradizione cattolica, quella identità giudaico-cristiana, che pure tra innumerevoli errori e contraddizioni nel corso dei secoli ha garantito, libertà dell'individuo, libero mercato, democrazia. L'identità debole che l'indistinto multiculturalismo vorrebbe per l'Occidente non ha portato a nulla di buono.
Mi sento infine di fare mie le parole di Mambrino quando sostiene che da liberale laico e non credente posso essere in dissenso rispetto alle posizioni assunte dalla Chiesa ma sono intimamente convinto che la tradizione cattolica faccia parte integrante della mia identità culturale che orgogliosamente rivendico.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Chiamare a raccolta i fedeli in Piazza San Pietro assomiglia fortemente ad una operazione di natura politica.
Mi domando:ma di che cosa ha paura la Chiesa visto che dispone di milioni e milioni di fedeli?

Anonimo ha detto...

A me non sembra che la Chiesa abbia paura di qualcosa specificamente, esprime delle preoccupazioni che si possono condividere o meno. In ogni caso siccome dispone di milioni e milioni di fedeli come tu dici decide liberamente di invitarli ad esprimere solidarietà al Papa. Ma oggi quello che succederà in Piazza San Pietro non è questione di fede ma di libertà.

Anonimo ha detto...

Il Papa agli studenti: "Da professore vi dico: rispettate le opinioni altrui". Un grande isegnamento per tutti.

Luciano Lomangino ha detto...

Gentile lettore "dal blog in salita di grumo" ho spostato il tuo commento lasciato alle 12.35 del 21 gennaio nei commenti al post "L'imbecille" poichè l'ho giudicato off topic. Sarebbe oppurtuno che i commenti fossero sempre inerenti agli argomenti trattati nel post.

Anonimo ha detto...

cirac l intolleranza quel post sul blog in salita è A TEMA, come pure ci calza a pennello col post L IMBECILLE..

Anonimo ha detto...

la chiesa non ha paura...
ma ANONIMO dovresti sapere che ha pure la libertà di convocare una pubblica assemblea (chiesa) in Piazza San pietro, o neppure nel propio Stato del Vaticano per voi pseudo laici la chiesa ha la libertà che volete negare?

Anonimo ha detto...

dovresti anche dar nota di ciò, ossia del post l imbecille a quelli de IN SALITA, insomma il tizio va a pontificare lì di libertà e moralità, menando ancor vanto per il carnevale dopo 8 anni di stipendio da assessore ? troppi i soldi per una sol cosa, o a Toritto c'è il carnevale più bello del mondo? allora il povero super impegnato amministratore è pur malpagato?

Anonimo ha detto...

chiedono le dimissioni di CUFFARO, condivido, ma perchè non fanno DIMETTERE il vicesindaco di Toritto? o il signor vicesindaco è vittima di una magistratura ad orologeria?