domenica 7 ottobre 2007

Avete presente l’amianto?

Sono state due coincidenze a convincermi a scrivere un post sulla persistente pericolosità dell’amianto: una foto pubblicata dall’ottimo Alieno del sud su Ghetto torittese, quella che vedete in piccolo qui accanto, in un articolo dal titolo emblematico, Il porco dell’alta Murgia, e negli stessi giorni un servizio sull’emergenza amianto pubblicato su Newton e riportato da Corriere.it.
L’amianto o absesto è una miscela di sei diversi materiali fibrosi con grande resistenza al fuoco e alla trazione, versatile ed economico fino alla fine degli anni ’80 è stato usato ogni volta che fosse necessario aumentare la resistenza al calore o isolare, nelle strutture di condomini e capannoni delle fabbriche, per la costruzione di treni e nelle ferrovie, nelle gallerie delle metropolitane, nelle pastiglie dei freni, nei vani degli ascensori, nelle grondaie, nei serbatoi per l’acqua e anche per la produzione di tessuti, le tute di amianto o i sipari e i tendaggi ignifughi per i teatri. Un utilizzo così vasto e per un arco di tempo lungo decenni ha portato a circondarci letteralmente di questo materiale.
Il divieto ad usare l’amianto è stato introdotto in Italia dalla legge 257 del 1992 una volta provato il suo devastante impatto sulla nostra salute. Sono tre le patologie collegate all’amianto i cui danni dipendono dal tipo di fibre con cui si è venuto a contatto e dal tempo di esposizione. L’absestosi indica una serie di patologie croniche, non tumorali, provocate dall’esposizione prolungata a dosi massicce di amianto. Si va dalla insufficienza respiratoria cronica che può portare al trapianto di polmoni, fino ai danni, altrettanto irreversibili, alla pleura. L’absestosi ha colpito gli operai che quotidianamente lavoravano a contatto con l’amianto, sono tristemente noti i casi dell’Eternit di Casale Monferrato e della nostra Fibronit.
Il carcinoma polmonare è invece il tumore dei polmoni che può essere provocato da esposizione all’amianto anche in dosi basse, il fumo di sigaretta aumenta enormemente il fattore di rischio. L’aspettativa di vita è inferiore ai 5 anni.
La patologia più subdola è il mesotelioma, il tumore della pleura e del peritoneo, la membrana che riveste l’intestino. E’ sufficiente una minima esposizione alle fibre più sottili per provocarlo e ha un periodo di latenza che va dai 30 ai 40 anni. L’unica possibilità di cura è la diagnosi preventiva e l’asportazione dei tessuti colpiti. L’aspettativa di vita è inferiore all’anno. Secondo Marino Gatto, professore di Ecologia del Politecnico di Milano «Il picco di casi di mesotelioma, data la sua lunga incubazione, si raggiungerà nel 2015». Solo adesso quindi iniziano a vedersi le vere conseguenze della diffusione dell’amianto. Secondo l’Associazione italiana esposti all’amianto (Aiea) si contano 4000 decessi all’anno causati da questo materiale.
La quantità di amianto presente oggi in Italia non può definirsi con certezza, il Ministero dell’Ambiente parla di diversi milioni di tonnellate molte delle quali di materiale friabile, il più pericoloso, il Cnr sostiene che siano tuttora utilizzati 2,5 miliardi di metri quadri di coperture di cemento-amianto. Per la bonifica dei siti di interesse nazionale sono state stanziate decine di milioni, le Regioni, dal canto loro, proseguono nell’improbo lavoro di fare una mappatura dell’amianto nei loro territori. Per rendere più veloce ed efficiente il monitoraggio che viene fatto direttamente da personale specializzato, il Laboratorio aereo Ricerche ambientali (Lara) del Cnr ha messo a punto un sistema aereo di telerilevamento che consente di analizzare aree molto vaste in tempi ristretti. Per quanto riguarda il comportamento che noi tutti dovremmo avere nei confronti dell’amianto, le regole sono poche e semplici. Intanto non c’è l’obbligo di eliminare l’amianto se è in buone condizioni, se si ha il sospetto che in casa propria vi sia dell’amianto potenzialmente pericoloso basta rivolgersi all’Asl o ad una ditta specializzata che provvederanno agli accertamenti del caso, ugualmente se pensiamo che vi sia amianto in luoghi di proprietà non nostra la via è sempre quella dell’esposto all’Asl. Le tecniche di bonifica permettono di eliminare l’amianto pericoloso e di tenere sotto controllo quello integro. La cosa da non fare mai è tentare di rimuoverlo da soli. Divellere dei pannelli di cemento-amianto e abbandonarli, ad esempio, sulla Murgia è semplicemente criminale.

5 commenti:

ArabaFenice ha detto...

Caro Luciano, purtroppo c'è molta inciviltà. qualche settimana fa, come l'alieno del sud, ho documentato foto alla mano le lastre di ethernit lasciate in prossimità della mia campagna. Sono ancora lì, nonostante abbia chiamato ASL e vigili urbani che si rimpallano le responsabilità. Gli impiegati dell'asl hanno anche trattato in malo modo mia madre, recatasi a sollecitarne la rimozione. Ho aspettato un mesetto ma ora basta. Domani chiamo i Carabinieri del NOE

Anonimo ha detto...

Non dobbiamo dimenticare. E' la nostra salute che ci vogliono rubare.

Perché non fare una mappa con wikimapia della presenza dell'amianto in discariche a cielo aperto?

Dixit

Bruno Stucchi ha detto...

C'e' di buono che gli epidemiologi non ne azzeccano mai una..
Vedi "mucca pazza" (previsti 180000 casi entro il 2005, accertati circa 180) , SARS, aviaria ecc.
Comunque il 2015 e' dopodomani, vedremo a consuntivo.

Anonimo ha detto...

Bel post, molto completo.


Mi permetto di fare un appunto.

Sono tre le patologie collegate all’amianto i cui danni dipendono dal tipo di fibre con cui si è venuto a contatto e dal tempo di esposizione.

Mesotelioma, asbestosi e tumore ai polmoni, sono le malattie amianto-correlate riconosciute legalmente per gli indennizzi.


Tuttavia esistono sicuramente molti altri tipi di tumore causati dall'inalazione di fibre d'amianto.

Io sono alle prese con un documentario proprio su questo tema.
Ho intervistato ripetutamente un ex-operaio laringectomizzato, che aveva un tumore alla laringe causato da tutto l'amianto respirato durante gli anni del lavoro in fabbrica.

Ho unito la sua voce molto particolare a delle riprese che ho effettuato durante alcune esplorazioni in luoghi industriali abbandonati.

Tutto ovviamente gratuito.

Video su
http://arrakis.vh5n1.org


A presto!
Andrea

Anonimo ha detto...

A Roma,Borgata MASSIMINA,a ridosso della famosa discarica di MALAGROTTA,le coperture in ETERNIT di capannoni e abitazioni sono tantissime.Addirittura la CHIESA di S:Maria Goretti,frequentata anche da bambini che praticano settimanalmente il catechismo è ricoperta di AMIANTO-ETERNIT ,corroso e rovinato in più punti,senza che nessuno se ne preoccupi,forse perchè il problema è poco conosciuto.