mercoledì 17 settembre 2008

Come ti trasformo la pseudosteppa di conifere in un villaggio vacanze

Iniziative ed idee di un'amministrazione dalla fervidissima, visionaria immaginazione...

Quella che sta volgendo al termine è stata un'estate rivoluzionaria. Abbiamo assistito, tramortiti dalla meraviglia, ad un'autentica metamorfosi di Quasano ormai ribattezzata, su tutte le piante e sulle mappe satellitari, Quasano Village. Per i pochi, retrogradi, che ancora ad oggi non sapessero di che si tratta, è il caso di rendere omaggio come in un amarcord pieno di nostalgia, al colpo di genio avuto dai valenti amministratori comunali di trasformare la nostra sonnacchiosa frazione in un villaggio vacanze. Già perché nei mesi di luglio e agosto il vacanziere quasanese, che negli anni scorsi al massimo si concedeva la lettura mattutina del giornale all'ombra di un pino, o una partita a briscola con gli amici prima di tornare a casa in bicicletta, è stato travolto da una inaspettata ondata di iniziative e di emozioni tanto da chiedersi se quella fosse davvero Quasano o Palm beach.
Ma le novità non sono finite. La riuscitissima esperienza del villaggio vacanze Quasano è solo il glorioso inizio di una serie di progetti innovativi che proiettano la borgata verso un futuro scintillante. Si è infatti tornato prepotentemente a parlare di albergo diffuso. Nientemeno che il vicesindaco, nonché assessore allo sviluppo, Giorgio, in questa lucidissima e più che realistica analisi, ha spiegato al mondo, in italiano e in inglese, per quali ragioni la nostra frazione è il luogo ideale per impiantarci una rete di piccoli affittacamere pronti a dare ospitalità ai tanti turisti che giungono da ogni dove. Ha parlato del grande valore naturalistico, storico e artistico di quel “lembo di pseudosteppa” che ricade nel territorio del Parco nazionale dell'Alta Murgia e che va sotto il nome di Quasano. Ha auspicato un maggiore legame con la “cultura locale”, going local dice lui, una “destagionalizzazione dell'offerta turistica” e la “considerazione dei turisti come residenti”. Ha fatto riferimento alla imminente realizzazione di anfiteatri, ristoranti, caffè e parchi letterari che sorgeranno “tutto attorno al bosco di conifere”...
Si potrebbe pensare ad un altra efficace provocazione targata Ghetto torittese se non fosse che è tutto drammaticamente vero a riprova che molto spesso, quando si tratta dell'amministrazione Geronimo, la realtà supera qualsiasi parodia. Mentre si discute di forme di accoglienza per turisti inesistenti, Quasano manca anche di quei servizi fondamentali per rendere la vita più agevole persino a coloro che vi risiedono. Mentre si ciarla delle risorse naturalistiche, storiche e artistiche del territorio, di maggiore considerazione della cultura locale, i soli soldi che vengono spesi riguardano gli eventi di una sera (quali eventi poi...), in direzione del tutto opposta rispetto a investimenti di tipo strutturale che tengano conto proprio della valorizzazione del nostro patrimonio. Certo un'abitudine diffusa, quella di sperperare denaro pubblico nella politica dei cosiddetti eventi, ma non per questo meno esecrabile. Tra luglio e agosto per la realizzazione di Quasano Village e di poche altre iniziative, si sono spesi oltre 20 mila euro interamente prelevati dalle casse comunali vale a dire dalle tasche dei torittesi. Verrebbe da chiedersi quanto seguito queste iniziative hanno avuto; se non fosse possibile, come avveniva in passato, reperire almeno parte di quei fondi attraverso altri canali come gli sponsor; se davvero non esistono alternative all'intrattenimento del complessino che suona sulla rotonda in grado di avere ricadute più proficue per i commercianti che lavorano a Quasano. Verrebbe da chiedersi, a fronte degli oltre 20 mila euro spesi per i due mesi estivi di quest'anno, a fronte delle cifre anche maggiori spese negli anni scorsi, quanto l'amministrazione abbia investito per iniziative culturali che durino un po' di più che lo spazio di una sera. Quanto ha speso per far conoscere e valorizzare, a titolo di esempio, Grotta San Martino, il pulicchio, la zona archeologica di contrada Legna che altrove sarebbero considerate fruttuose attrattive e che a Toritto invece, se non fosse per l'impegno del locale Archeoclub, verserebbero nel più completo abbandono.
Sull'idea dell'albergo diffuso meglio stendere un velo pietoso. Tornare su un'iniziativa già sonoramente bocciata per oggettiva impraticabilità (ne dà conto ampiamente Il torittese) denota non solo la mancanza di idee ma anche un pericoloso scollamento dalla realtà che affligge certi amministratori i quali immaginano di impiantare l'albergo diffuso e non si accorgono che il valore degli immobili a Quasano ha avuto negli ultimi anni un crollo verticale. Fantasticano sull'accoglienza dei turisti e fanno fuggire a gambe levate anche quei pochi non torittesi che arrivano, alle cui calcagna sguinzagliano orde di vigili urbani prodighi di multe, pensano che sia normale che sorgano ovunque caffè letterari e dimenticano che a Quasano non c'è nessuno che venda la frutta. Descrivono un paesaggio idilliaco mentre la borgata è invasa dalle immondizie. Semplicemente da irresponsabili.

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